La leggenda della fondazione

Secondo la tradizione popolare, la fondazione di Niscemi risalirebbe al ritrovamento di un quadro della Madonna ad opera di un pastore niscemese di nome Andrea Armao. Il pastore, il 16 maggio del 1599, pascolando il proprio gregge ai limiti di un bosco in contrada Castellana, si addentrò tra la fitta vegetazione nell’intento di ritrovare il proprio bue favorito, sfuggitogli due giorni prima. Lì vi scorse l’animale, inginocchiato e immobile di fronte ad una raffigurazione della Madonna con a destra Gesù bambino benedicente, recante sulla sinistra un globo sormontato da una croce. In prossimità del luogo del ritrovamento era presente una fonte naturale di acqua. Il pastore informò immediatamente la popolazione e gli abitanti raggiunsero il luogo del ritrovamento: stupefatti dallo straordinario evento raccolsero l’icona e la portarono in processione per le vie del borgo fino alla chiesetta di Maria SS. della Grazia. Con il passare del tempo si diffusero nel circondario voci secondo cui l’acqua della fonte, nei pressi del luogo di ritrovamento del quadro, fosse miracolosa: molti devoti decisero quindi di trasferirsi nel borgo, dove fu necessario costruire un santuario in onore della Madonna, che divenne così la patrona della città.

Attrazioni come la Riserva Naturale Orientata Bosco di Santo Pietro e la Scalinata di Santa Maria del Monte sono solo due dei tanti buoni motivi per visitare Niscemi.

San Giuseppe tra religione, folclore

E’ una delle feste siciliane più caratteristiche dell’isola che coinvolge abitanti e visitatori tra altari addobbati, pranzi e luminarie.

Una delle sue particolarità è la preparazione dell’altare, che solitamente vengono realizzati all’interno di locali privati piano strada, come magazzini o garage, e abbelliti con luci, stoffe bianche, rasi e sete, pizzi, merletti e veli: accanto a questi non può mancare un quadro di San Giuseppe, o sull’altare una sua statua e a volte tutta la sacra famiglia.